L’intervento del referente per la Campania del SIGIS (Sindacato Italiano Gestori Impianti Sportivi) a Radio Punto Zero all’interno della rubrica ‘Sport InForma’
Francesco Porzio, campione della pallanuoto italiana, è intervenuto a Radio Punto Zero nel corso della rubrica ‘Sport InForma’.
L’attuale presidente onorario dell’Acquachiara – oggi referente per la Campania del SIGIS, il Sindacato Italiano Gestori Impianti Sportivi – ha illustrato alcune proposte utili a far ripartire le attività sportive nel Belpaese, soprattutto per quanto riguarda le attività dello sport di base:
”In questo periodo – ha dichiarato Porzio – si sta lavorando molto per cercare di capire come uscire da questa situazione.
Ovviamente le premesse sono quelle ampiamente note, ossia sicurezza e salute prima di ogni altra cosa. Sono convinto che molto di ciò che sarà a livello sportivo in Italia dipenderà da ciò che sarà inserito nel decreto di aprile per quanto riguarda l’impiantistica sportiva, le attività sportive e gli operatori dello sport in quanto, nel decreto di marzo, devo dire che l’argomento sport è stato trattato in maniera troppo superficiale perchè, alla fine, la cosa più importante a mio avviso è che sono stati trattati gli operatori sportivi – che hanno avuto la possibilità di percepire l’indennizzo di 600 € – che comunque non hanno ancora avuto. Tuttavia è stato stabilito un budget come copertura soltanto per 83mila operatori sportivi e io sinceramente credo che gli operatori sportivi in italia, non tutelati da un preciso inquadramento a livello giuridico, siano in realtà più di 200mila.
Da quello che mi risulta pare siano circa 150mila le richieste degli operatori per l’indennizzo di Sport e Salute, con la metà di essi che vi rientra mentre l’altra no essendoci circa 50 milioni di differenza nel budget. Con il decreto di aprile credo che riusciranno a beneficiarne anche chi percepisce all’anno oltre i famosi 10mila, inoltre l’indennizzo salirà da 600 a 800€. Fattore certo importante, anche se credo che il più importante riguardi se effettivamente gli impianti sportivi potranno riaprire. L’impiantistica sportiva italiana ha, oggi come oggi oltre allo stato di inattività, sulle spalle una situazione di utenze, manutenzione e rimborsi spese agli utenti, una serie di fattori che gravano molto ed è chiaro che, per ripartire, c’è bisogno di liquidità. Un altro aspetto importante è stato offrire la garanzia al 100%, per quanto riguarda lo Stato, per riuscire ad ottenere un po’ di liquidità attraverso il credito fino a 25mila euro, e questo è molto importante. Anche se oltre i 25mila euro e fino agli 800mila euro c’è la garanzia al 90%, altro aspetto da non sottovalutare, in questo momento lo sport di base ha bisogno di contributi a fondo perduto per rialzarsi altrimenti non ce la potrà mai fare. Mi riferisco ad impianti, associazioni e società sportive che sono a tutti gli effetti il motore pulsante dello sport; sport inteso come concetto sociale, di sanità, di aggregazione, sport come linfa vitale per il futuro dei nostri giovani.
La graduale ripresa sportiva nel nostro Paese la vedo abbastanza complicata in questo momento se il Governo dovesse decidere di non andare incontro alle esigenze del comparto sport in alcuni punti fondamentali per il piano di ripartenza, ovviamente senza mai dimenticare il momento estremamente delicato, essendo la tutela della salute pubblica la priorità massima del Governo, come ha più volte manifestato il ministro dello Sport Spadafora. Per il resto si vedrà. Personalmente, avendo sotto controllo il panorama nazionale dell’impiantistica sportiva, credo che ci siano almeno 5-6 punti, come ho detto in precedenza, che devono essere rivisti dal Governo e che sono attualmente sul tavolo. Se il Governo non dovesse venire incontro alle esigenze che il mondo dello sport ha in questo momento, difficilmente noi potremo andare avanti; il 30-40% delle società sportive sparirebbe, il 50% degli impianti sportivi non riaprirebbe, il 20-30% delle società sportive starebbe appena a galla ed un altro 20% potrebbe forse respirare.
Alcuni di questi punti fondamentali da analizzare sono:
- dare la possibilità agli impianti di riaprire avendo a disposizione almeno un paio di anni per rimettere in moto la macchina, magari non facendo pagare i canoni fino al 31/12/2020 come ha fatto ad esempio il Comune di Napoli. Ritengo che prolungare tale operazione fino a dicembre 2021 possa essere ossigeno puro ai fini della ripresa;
- valutare i pagamenti delle utenze negli impianti inattivi in quanto, senza entrate, è impossibile coprire i costi di gestione;
- cassa integrazione per gli operatori sportivi estesa fino al 31/12/2020 anche per alleviare i costi di gestione, tutta liquidità al momento a carico di società e associazioni sportive.
Se saremo aiutati concretamente dal Governo, dalle Regioni, dai Comuni, dal CONI e dalle Federazioni ce la potremo fare. Mettere in moto tutto questo significherebbe far ritornare alla vita, e dunque all’attività, tantissimi giovani fermi da mesi. Questa ripresa della nostra vita deve ripartire dai giovani”.