Le parole di José Mário dos Santos Mourinho Félix in vista dell’esordio in campionato a Salerno

José Mourinho ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della prima giornata di campionato, in trasferta con la Salernitana.

SULL’ESORDIO A SALERNO

Prima di tutto, voglio fare i complimenti a un allenatore (Davide Nicola, ndr) che, quando verrà il momento di fare la scelta per la Panchina d’Oro, io voterò per lui. Ha fatto una metà di stagione praticamente epica, dove la squadra era in grande difficoltà, e lui è riuscito a fare quello che ha fatto. Prima di tutto, complimenti a mister Nicola.

E poi, come sempre alla prima di campionato – non importa se si gioca in casa o fuori – mi aspetto una gara emozionante, dura, anche difficile da gestire. Tante volte l’emozione ti dice che stai lavorando da due mesi per questo giorno. Non è la verità, stiamo lavorando da due mesi per i prossimi dieci mesi. Sarà una partita difficile, su un campo difficile, contro una società che ha speso qualcosa come quaranta milioni per prendere dieci calciatori.

La Salernitana è diventata fortissima. Per questo, guardo a questa partita non solo con la responsabilità di sempre, ma con la consapevolezza che sarà molto difficile per noi.

SUL MERCATO

Il mercato non è chiuso, purtroppo.

Dico purtroppo, perché è una cosa che non mi piace da tanto: inizia la stagione, inizia il campionato e si giocano tre o quattro gare prima della fine del mercato. Fare una valutazione adesso penso che sia prematuro.

Credo che sia meglio aspettare. Perché mi sembra ovvio che abbiamo preso cinque giocatori per 7 milioni, e il fatto di avere preso cinque giocatori di questa qualità per 7 milioni mi sembra ovvio che significhi che si sia fatto molto, molto bene. Però, valutare adesso quando il mercato è ancora aperto, sia per le entrate, sia per le uscite, è prematuro. Meglio aspettare.

Abbiamo preso cinque utili a migliorare la nostra rosa. Ovviamente, sono usciti due calciatori che erano importanti per noi: Mkhitaryan e Veretout. Miki era un titolare assoluto e Veretout, se non lo era stato per tutta la stagione, sarà stato uno dei dodici, tredici elementi più utilizzati.

SULLA ROSA

Ho visto una squadra di ragazzi seri, che dal primo giorno ha lavorato sempre al massimo. Tutte le amichevoli sono state giocate con l’obiettivo di migliorare, di essere competitivi. Vedremo l’evoluzione della squadra. Abbiamo qualche limite, non voglio nasconderlo. Però, allo stesso tempo, abbiamo anche potenziale, abbiamo un gruppo di giocatori la cui qualità principale è il gioco con la palla, la creazione, e in questo senso spero che possiamo essere una squadra con queste due versioni.

SULLA NUOVA STAGIONE

Di solito, la seconda stagione significa più tempo di lavoro, significa più consapevolezza di quello che siamo, dei giocatori che abbiamo, del potenziale degli avversari. Quando si cambia Paese, come ho fatto spesso fino ad adesso, si capisce anche meglio la cultura calcistica, la filosofia e il potenziale delle altre squadre.

Questo non vale solo per me ma per tutti gli allenatori: nella seconda stagione ci sono le condizioni per fare meglio. La verità è che in Europa, per fare meglio, dobbiamo vincere l’Europa League. E in Europa League ci sono squadre che hanno un potenziale economico non paragonabile, distante quanto la Terra da Marte. Gente che spende 100, 150 milioni di euro ogni stagione. Però, andremo in Europa League a fare il nostro gioco, cercando di fare il meglio possibile.

In campionato siamo finiti sesti. Fino a questo momento, posso dire che la nostra rosa è migliorata. Però si sono migliorati anche gli altri. Per questa ragione, in questo periodo che non definirei di silenzio, ma dove non ho avuto la necessità di parlare con voi, mi stupisce un po’ quando si parla di noi in un modo in cui non si parla degli altri.

SULLO SCUDETTO

In questo momento mi stupisce un po’ quando si parla di noi in un modo in cui non si parla degli altri: per dire che la Roma è una delle candidate allo scudetto.

Io posso capirlo se ci fossero 18 scudetti, perché solo Sampdoria e Lecce hanno speso meno di noi. Se ci fossero 18 scudetti, per tutti quelli che hanno investito più di noi, lo capirei. Il Milan e l’Inter, giusto per fare un esempio, hanno finito con 23 e 21 punti più di noi e hanno migliorato le loro squadre. Per quale ragione, siamo noi candidati a vincere? Non mi sembra.

C’è tanto rumore intorno a noi perché abbiamo fatto una partita interessante con il Tottenham, perchè abbiamo fatto una partita bella anche per l’atmosfera con lo Shakhtar. Si parla di noi e c’è silenzio attorno alle altre squadre. La Lazio ha speso 39 milioni: sono loro candidati? Se lo sono loro, allora ok, parliamo di noi.

Ma parlare di noi mi pare di vendere un prodotto non reale, mi sembra andare fuori di noi. Il nostro scudetto già vinto è lo scudetto dell’amore dei tifosi: giocare le amichevoli con lo stadio esaurito, con la passione che c’è, con il rapporto che c’è, con la fiducia che c’è. Questo è il nostro scudetto.

Noi non abbiamo parlato mai, noi abbiamo sempre detto che c’è un progetto, c’è tempo. Non siamo una squadra per fare questo tipo di investimento massiccio. Non lo facciamo. Il tempo: sono tredici mesi, è il primo della seconda stagione. Uno come Ancelotti lo capisce. Però Ancelotti non vende fumo, Ancelotti allena il club più grande del mondo e vince. Non vende fumo, non vende storie. C’è tanta gente che vende fumo, che vende storie, e che non vende la verità.

La verità è che noi abbiamo migliorato la rosa rispetto all’anno scorso, vogliamo fare meglio principalmente in campionato, dove siamo arrivati sesti.

SUL PROGETTO TATTICO

La difesa a quattro è una cosa su cui si deve lavorare.

Principalmente è quello che abbiamo fatto nella seconda metà della stagione scorsa, lavorare sulla difesa a tre, più adatta alle caratteristiche dei nostri giocatori. I nostri centrali si sentono tutti più a loro agio a tre. I nostri terzini, quelli che giocavano l’anno scorso (Karsdorp e Zalewski), sono molto più da difesa a tre, facendo le ali. E per questo siamo andati in una determinata direzione.

Quest’anno ovviamente abbiamo la possibilità di giocare a quattro, però ci si deve lavorare. Perché siamo un club dove, per fare questo tipo di trasformazione, c’è bisogno di tempo di lavoro, perché non possiamo fare come fanno tutte le squadre del campionato inglese e qualcuna in Italia, dove quando qualcuno vuole cambiare, prende e compra. Non lo possiamo fare. Per giocare a quattro, dobbiamo lavorare con questi calciatori che abbiamo.

L’anno scorso c’era qualcosa che non mi piaceva tanto: di solito, quando eravamo in vantaggio, sembra che volessimo solo controllare la situazione positiva. Qualche volta sì, ma qualche volta no. Qualche volta devi avere la consapevolezza delle tue potenzialità, e di poter chiudere una partita, perché un match con un vantaggio minimo è aperta.

In vista della sfida di domani sera all’Arechi, la grande passione dei tifosi giallorossi non conosce soste. Tutti i biglietti del settore riservato ai romanisti per Salernitana-Roma sono esauriti. A tal proposito, l’AS Roma sconsiglia di recarsi a Salerno senza essere in possesso del biglietto per la partita.