Il presidente del Napoli: ”Quando mi dicevano che non volevo vincere mi veniva da sorridere…”

Il pareggio di ieri sera del Napoli alla Dacia Arena ha regalato ai partenopei il Tricolore con cinque giornate di anticipo.

Napoli è tornata dunque Campione a distanza di 33 anni dall’ultima volta; era dai tempi di Diego Armando Maradona (1987 e 1990 ndr) che i campani non vincevano il Tricolore.

In un Diego Armando Maradona stracolmo di passione al termine del match di Udine, il presidente Aurelio De Laurentiis ha parlato da fresco campione d’Italia:

”Da 33 anni stavamo aspettando questo momento. Quando arrivai qui a Napoli nel 2004 dissi che entro i primi 10 anni saremmo tornati in Europa e nei secondi 10 anni avremmo vinto il titolo. Abbiamo di poco anticipato i tempi. Questo è l’inizio di una nuova era. Noi vogliamo vincere, ora vogliamo la Champions che probabilmente saremmo stati in grado di vincere se la UEFA non ci avesse fermato. Ci riproveremo il prossimo anno.

Se lo Scudetto del Napoli è lo Scudetto del Meridione? Il Sud è una parte importantissima per un’Italia disunita. L’Italia è stata unificata poco fa, 150 anni non sono poi tanti. Prima eravamo l’Italia dei comuni e tale siamo rimasti. Se unificassimo il Nord ed il Sud saremmo i primi in tutto nel mondo. Spalletti al Napoli anche l’anno prossimo? Sì. 

Ricordo che nel 2004 ero negli States, a Los Angeles, impegnato con un film e sempre in quel periodo feci una vacanza di due settimane a Capri; lì venni a sapere che il Calcio Napoli era in bancarotta. A quel punto misi 37 milioni di euro sul tavolo per acquistare il nome. Non c’erano né giocatori né strutture. Nulla. Passai da Angelina Jolie e Gwyneth Paltrow al calcio, iniziando la mia nuova avventura. Ad oggi la considero un’esperienza molto più interessante di produrre qualsiasi film. E Domenica contro la Fiorentina di nuovo tutti al Maradona per la grande festa”.

Oltre al presidente De Laurentiis, ha parlato anche uno dei grandi artefici dello scudetto azzurro; l’allenatore Luciano Spalletti:

”Questo Scudetto è per la Città di Napoli, questa vittoria è per loro, per tutti i miei collaboratori, per chi lavora dietro le quinte, per chi sta sempre sul pezzo sia quando vinciamo che quando perdiamo. Il nostro dietro le quinte è stata la nostra seconda squadra. Gente come Santoro, Giuntoli, la società che è di quelle serie, sane, che ha rimesso a posto tante cose creando un gruppo forte di uomini forti che può avere un futuro importante. Dico grazie anche alla mia famiglia, è due anni che sono fuori casa e ogni due mesi aspettano il mio ritorno.

Oggi ho visto le facce di chi c’era ed ha festeggiato. Si è parlato di impresa perchè di impresa si tratta. Purtroppo chi lavora seriamente però, e qualcuno lo sa già, non ha tanto tempo di essere felice e godersi quanto fatto. Chi lavora duro dalla mattina alla sera arriva, prende un risultato e subito dopo va già a caccia di un altro obiettivo che gli dia soddisfazione. Alla fine sei proiettato verso altro che è ancora più importante; dare questa felicità che i napoletani aspettavano da tanto tempo. Dietro questa impresa, perchè di impresa si tratta avendo vinto con 5 giornate di anticipo, c’è anche la benedizione di Maradona. I giocatori, la società, tutti si meritano questa gioia e questa felicità da condividere con le loro famiglie. Tutti sono stati professionisti incredibili. Grazie anche alla mia famiglia. E’ due anni che sono fuori casa e ogni due mesi aspettano il mio ritorno. 

Già l’anno scorso, a dire il vero, c’è stato qualche momento dove abbiamo fatto bene e ho pensato che fossimo in grado di vincere il Tricolore. Questo è stato il mio ‘secondo tempo’, un tempo in cui si è cominciato a creare una mentalità per far si che lo Scudetto fosse un obiettivo reale. Essere arrivati terzi non contava e la seconda piazza, a quel punto, non era considerato un miglioramento. Se siamo stati contestati arrivando terzi, secondi come poteva essere un passo avanti? Non ci restava altro che provare a vincere il campionato, anche se fin dall’inizio nessuno ci credeva. Ho battuto su quel tasto dal primo momento, altrimenti i giocatori si sarebbero adeguati. I ragazzi hanno visto Sarri, Benitez, Ancelotti, Gattuso fare anche un buon calcio. Cosa dovevo fare, il copia incolla? A 64 anni? Alla fine del giorno io ci sono arrivato, poi capirò se sarà il caso di gioire fino in fondo o meno.

Il lavoro che ha fatto questa società fa giurisprudenza, far vedere a tutti come bisogna lavorare in maniera seria, corretta; questo club ci è riuscito e gli vanno fatti i complimenti. I nostri tifosi per noi sono imprescindibili, sono coloro che fanno sentire più forti i giocatori. Qui abbiamo visto giocare il più forte di tutti, Diego Armando Maradona. Arrivare al suo livello è difficile, noi però dobbiamo fare qualcosa per cercare anche di andare oltre ma, allo stesso tempo, non possiamo essere al di sotto degli standard di bellezza che esprimeva lui in questo sport. C’è questo esercito di cuori azzurri dietro che ci spinge, loro hanno il diritto di avere calciatori che lottano per questi traguardi, altrimenti non si può vestire questa maglia. Questi ragazzi volevano dare questa felicità ed è giusto che la prendano. NAPOLI QUESTO E’ PER TE! FORZA NAPOLI!

di Mario Miccio