Come a Milano, anche a San Pietroburgo, la sfida tra queste due squadre è una battaglia fisica, difensiva. Il risultato però è diverso

Lo Zenit questa volta finisce meglio nel quarto periodo che a Milano aveva generato la vittoria dell’Olimpia. Finisce 79-70 e consente allo Zenit di avere il vantaggio anche negli scontro diretti in caso di arrivo in parità. L’Olimpia era risalita dal meno 11 del secondo quarto, nella ripresa ha messo la testa avanti in tanti momenti diversi, anche nel quarto periodo, ma senza mai allungare. L’ultima fuga dello Zenit, nata con il gioco interno di Thomas e Poythress, ma poi timbrata dalle prodezze di Pangos, è stata decisiva.

Shavon Shields firma il 5-0 iniziale, che comprende anche due rimbalzi in pieno traffico, ma la reazione dello Zenit è tremenda, con la difesa e il gioco interno di Gudaitis. Il 10-0 di parziale , con Tarczewski subito gravato di due falli, obbliga Coach Messina ad anticipare il primo time-out. Il bonus bruciato molto presto – con secondo fallo anche di Michael Roll – permette allo Zenit (7/9 dalla lunetta) di schizzare fino a più sei. L’Olimpia, con qualche palla rubata, alza un po’ il ritmo e su un floater di Rodriguez e un lay-up di Datome ritorna a meno uno, ma una certa sofferenza a rimbalzo e la fisicità dello Zenit respingono l’assalto. Alla fine del primo è 19-15 Zenit.

L’esecuzione dello Zenit sale di tono nel secondo periodo, arrivano anche i primi canestri da tre dopo lo 0/5 del primo. Quando KC Rivers colpisce dall’angolo dopo cinque minuti in cui l’Olimpia è scarsamente assistita dalle percentuali, il vantaggio tocca gli 11 punti, sul 33-22. Dal time-out, l’Olimpia esce meglio, difende forte per un paio di possessi, poi trova cinque punti consecutivi di Vlado Micov e ritorna a meno cinque. Nel finale, sull’asse Rodriguez-Roll, crescendo tanto in difesa, Milano ribalta l’inerzia della gara e rientra a meno due, 40-38.

L’Olimpia gioca quattro minuti di grande difesa, tiene lo Zenit a quattro punti e sorpassa con otto punti consecutivi di Kevin Punter che scava quattro punti di margine. Qui la gara diventa un corpo a corpo. La tripla di Billy Baron riporta avanti lo Zenit, Milano risponde con Shields che segna prima con un jumper dalla media poi con un canestro di forza in entrata. Le difese prendono il sopravvento sugli attacchi. Baron è il più pericoloso dello Zenit, Punter completa un periodo da 10 punti. Alla fine del quarto è 54-54.

L’Olimpia due volte torna avanti, con Shields e Delaney. Lo Zenit risponde sempre, Will Thomas due volte va a canestro e riporta avanti i suoi sul 60-58. Shields risponde ancora dall’angolo. Lo Zenit ha tanto da Alex Poythress, che gioca da centro per usare il suo dinamismo. Questo è il momento in cui lo Zenit accelera. Kevin Pangos con due canestri di grande difficoltà allunga, Gudaitis convertendo un movimento nei paraggi del canestro, a tre minuti dalla fine, scava sei punti di margine. Poi ancora Pangos con una prodezza dall’arco firma il più nove. L’Olimpia non si arrende, Punter completa il secondo gioco da quattro punti, ma è l’ultima fiammata di Milano, non l’utima di Pangos. Lo Zenit così vince 79-70 e ribalta la differenza punti negli scontro diretti.