Consentito l’ingresso a mille spettatori negli impianti all’aperto e 500 in quelli al chiuso

Svolta forse decisiva nel panorama sportivo italiano.

Il Governo ha deciso per il ritorno del pubblico agli eventi sportivi agonistici e riconosciuti di preminente interesse nazionale da CONI e CIP; la scelta arriva a pochi giorni da quella relativa all’ok per il pubblico all’Olimpico di Roma per Euro 2020. Nelle regioni in zona gialla, dunque, da sabato 1 maggio i tifosi potranno tornare ad assiepare, rispettando i rigidi protocolli di sicurezza, stadi e palasport: nella fattispecie è stato deciso che potranno essere mille gli spettatori negli impianti all’aperto come gli stadi di calcio o gli impianti per il tennis.

Per quanto riguarda gli impianti al chiuso come ad esempio nel basket e nel volley, invece, il Governo permetterà l’ingresso di 500 persone. La roadmap governativa sulla ripartenza delle attività sportive è cosi definita:

  • dal 26 aprile, ossia la data in cui sarà ripristinata la zona gialla nel Belpaese, ripartiranno gli sport di contatto tra cui il calcio a 5 ed il calcio amatoriale;
  • da sabato 1 maggio i tifosi potranno tornare ad assiepare, rispettando i rigidi protocolli di sicurezza, stadi e palasport: nella fattispecie è stato deciso che potranno essere mille gli spettatori negli impianti all’aperto come gli stadi di calcio o gli impianti per il tennis;
  • dal 15 di maggio riapriranno le piscine all’aperto;
  • dal 1 giugno ripartiranno tutte quelle attività sportive connesse alle palestre;
  • dal 1 luglio ripartiranno attività di natura fieristica.

Questo è quanto riferito dal ministro della Salute Roberto Speranza nel corso della conferenza stampa odierna di Palazzo Chigi, precisando che ”c’è effettivamente l’idea di un percorso che mettiamo in campo e che ci consente di gestire una fase di transizione. Non essendo possibile indicare un giorno x in cui, d’un tratto, scomparisse qualsiasi misura cautelativa nel nostro paese, ci siamo imposti un percorso di gradualità che ci consentirà poi anche di monitorare l’andamento. Fermo restando che l’arma su cui contiamo è e resta la campagna di vaccinazione”.