Kobe Bryant, a sinistra la figlia maggiore Natalia, a destra la piccola Gianna

Island Express ha affermato che non è responsabile dell’incidente perchè è stato un atto di Dio

Il noto portale americano di gossip TMZ ha rivelato i contenuti di un documento contenente la reazione della compagnia di elicotteri Island Express alla richiesta danni effettuata dai parenti delle vittime scomparse nell’incidente in elicottero dello scorso 26 gennaio che costò a Kobe Bryant, la figlia 13enne Gianna ed altre sette persone la vita.

Island Express – la compagnia che possedeva l’elicottero che si è schiantato nei pressi di Calabasas, California – ha affermato che Kobe e la figlia 13enne Gianna sapevano che volare in elicottero poteva provocare un incidente e dunque essere un pericolo di per se’. Island Express ha inteso cosi difendersi tentando di rigettare, dunque, la causa di morte e conseguente risarcimento danni intrapreso da Vanessa Bryant.

Kobe Bryant e Gigi – spiega la compagnia di elicotteri – avevano una conoscenza effettiva di tutte le circostanze, dei particolari pericoli, dei rischi e della loro entità. Andando incontro ad un rischio noto, si sono volontariamente assunti il rischio di incidenti e lesioni escludendo o riducendo in tal modo la richiesta di risarcimento effettuata dai familiari dei defunti.

Island Express ha inoltre affermato di non ritenersi responsabile circa l’incidente in quanto la compagnia di elicotteri lo ha considerato un atto di Dio, dichiarando che la causa intentata contro di loro dovrebbe essere respinta per negligenza degli stessi passeggeri deceduti. Secondo Island Express, l’incidente sarebbe stato il risultato “di una fatalità inevitabile” in quanto il volo in elicottero è stato considerato ”intrinsecamente pericoloso”.