Il giorno tanto atteso dal popolo di fede Olimpia sta finalmente arrivando
Domani sera, alla Lanxess Arena (diretta su Discovery+ ed Eurosport Player), l’Olimpia gioca la sua semifinale di Turkish Airlines EuroLeague contro il Barcellona alle ore 21, la squadra che ha vinto la regular season europea e contro cui ha perso due volte nel corso dell’anno anche se in circostanze e modi differenti.
Ambedue le squadre si sono qualificate vincendo le rispettive serie di play-off 3-2: l’Olimpia l’ha fatto difendendo il proprio campo, il Barcellona ha rimediato alla sconfitta interna di Gara-1 contro lo Zenit andando a vincere Gara-3 in trasferta. Milano ha anche vinto le ultime nove partite di campionato pur avendo dovuto rimediare ad una serie di acciacchi, l’ultimo ha colpito Kevin Punter, fermo nella gara di lunedì scorso contro Venezia.
In termini numerici, il Barcellona ha la miglior difesa di EuroLeague. Ha tenuto le avversarie a 72.8 punti per gara e al 43.7% dal campo. Il numero chiave potrebbe essere 70, nel senso che quando ha tenuto le avversarie sono i 70 punti segnati, il Barcellona ha vinto 10 volte su 11. Ma potrebbe essere 80 perché quando ha subito più di 80 ha perso sei volte su otto. La difesa del Barcellona è anche quella che forza il maggior numero di palle perse avversarie.
In compenso è stata anche la squadra che ha perso più palloni e in questo la differenza con le statistiche di Milano è stridente. Otto giocatori hanno esperienza di Final Four, coach Jasikevičius da giocatore le ha addirittura vinte con quattro squadre diverse. Pau Gasol ha giocato tre Finali NBA con i Lakers, due volte le ha vinte.
La caratteristica migliore degli uomini di coach Messina è stata la disciplina nel gestire la palla che a sua volta ha poi generato buoni tiri da tre. Milano ha perso 11.0 palloni per partita, prima assoluta in tutta l’EuroLeague, il dato migliore nelle ultime tre stagioni della competizione, nessuna squadra esclusa. La circolazione di palla ha permesso all’Olimpia di costruire la seconda miglior percentuale di tiro da tre di tutta l’EuroLeague, la migliore tra le squadre che hanno giocato i playoff. Il 41.0% è primato di club. Infine, l’Olimpia è anche la migliore delle finaliste dalla lunetta, con l’81.8%.
“Per noi è importante fare quello che abbiamo fatto per tutto l’anno, abbiamo lavorato, con concetrazione e siamo pronti a tutto. Questo ci dà sicurezza. Siamo consci di quanto sia importante il momento e siamo concentrati. Abbiamo tante armi a disposizione, tanti gioccatori pericolosi, dentro e fuori, che possono creare dei vantaggi. Dobbiamo sfruttarli nel modo giusto”.
“Dobbiamo aiutarli a sentirsi a loro agio, prepararsi bene, rispettare la routine prepartita nel modo migliore. Avere esperienza ti aiuta a farti trovare pronto, ma per loro si tratta di rifare quello che hanno sempre fatto”.
“Siamo al punto in cui ogni partita è una finale. L’approccio è fondamentale, quando ho giocato in squadre che dovevano vincere ho perso e ho vinto quando si pensava che avremmo perso. E’ importante l’approccio”.
“Dobbiamo usare tanta energia perché loro sono organizzati hanno stazza, in ogni possesso devi usare tutta l’energia che hai, questa sarà la chiave”.
SUI GIOCATORI AL DEBUTTO IN UNA FINAL FOUR
“La prima Final Four non è mai facile. I nostri veterani saranno sicuramente utili a chi è qui per la prima volta. Parleranno, li guideranno attraverso l’esempio, e faranno in modo che si sentano a proprio agio prima della partita e durante la partita. E poi nessuno sa cosa succedendo dentro ognuno di noi. Di sicuro, concentrarsi sulle piccole cose come tutti hanno detto probabilmente aiuterà a giocare meglio”.
SULL’IMPORTANZA DELL’ESPERIENZA DEI VETERANI
“Penso che ogni Final Four sia diversa. Se riesci a esserci tante volte, conosci un po’ la routine, sai cosa ti aspetta, non ti perdi a guardarti intorno che è quello che succede la prima volta. Ti guardi in giro e pensi di essere a Disneyworld. L’esperienza aiuta a concentrarsi un po’ di più sulle cose che contano davvero. Il valore aggiunto è che chi è stato qui può aiutare quelli che invece non ci sono mai stati. La prima Final Four è sempre la più difficile”.
SULLE FINAL FOUR RAGGIUNTE
”Ovviamente poter competere in una Final Four con una squadra del tuo paese è importante, ma ricordo che giocare le Final Four con il CSKA, che rappresenta a sua volta un intero paese, è stata un’esperienza speciale e unica. La differenza principale è che quando sono stato qui con la Virtus e con il CSKA eravamo sempre i favoriti e avevamo grandi aspettative, mentre con Treviso e ora con Milano, probabilmente nessuno si aspettano di vederci vincere. Tutti abbiamo delle debolezze, questo ci fa sentire un po’ meglio”.
SULLA PRESSIONE DI GIOCARE UNA FINAL FOUR A DISTANZA DI 29 ANNI
“Non credo che nessuno nel club senta questo tipo di pressione, per due motivi. Uno, non siamo responsabili di ciò che il club ha fatto prima, quindi non possiamo assumerci la responsabilità degli ultimi 29 anni. E secondo, perché abbiamo avuto una stagione magnifica e anche se abbiamo costruito una squadra molto seria, molto competitiva, con giocatori di spicco e giovani giocatori affamati, non era previsto. Ma siamo qui, insieme a queste squadre fantastiche, e dobbiamo esserne molto contenti. Per me, la cosa più importante è che il club rimanga competitivo in futuro perché non ha alcun senso giocare i playoff un anno e poi scomparire per 10 anni. Cosa faremo la prossima stagione, e quella dopo, e quella dopo ancora, sarà molto importante. Se arrivi ai playoff ogni volta, ti capiterà di tornare alle Final Four. E se sei nelle Final Four due volte, 3-4 volte, una volta puoi anche vincere. Non credo che dobbiamo fare tutto in fretta, perché non ha alcun senso”.
SUL PRONOSTICO FINALE
“È una grande, nuova, esperienza. Mi sto godendo ogni singolo istante di questa Final Four. Indipendentemente dal risultato. Perché personalmente, attribuisco grande valore a quello che abbiamo fatto come gruppo, come squadra, come club, solo per essere qui. Onestamente, non mi sono mai goduto una partita in tutta la mia vita, sia che la vinca o che la perda. Ma essere qui in questa situazione è davvero gratificante. Mi sto godendo ogni singolo minuto da quando mi sveglio per allenarmi e anche qui, adesso. Non si sa mai, magari questa potrebbe essere la mia ultima conferenza stampa alle Final Four. Voglio godermi ogni secondo. Cosa succederà dopo, lo vedremo”.
Prima dell’allenamento sul campo che domani ospiterà la semifinale con il Barcellona, Kyle Hines ha incontrato i media.
LA LEADERSHIP DI KYLE HINES ALL’OLIMPIA
“Quando nel 2011 ho giocato la mia prima Final Four non sapevo cosa aspettarmi. Avevo 24-25 anni e solo con il tempo, tornando qui altre volte, ho capito cosa serve per vincere. Adesso abbiamo dei giocatori giovani che vivono la stessa esperienza, ma noi siamo qui per aiutarli, io e gli altri veterani. E’ per questo che c’è una squadra. E’ importante che capiscano che non servono i supereroi, devi fare solo quello che hanno sempre fatto. Per tutto l’anno”.
L’APPUNTAMENTO DELLE FINAL FOUR CON LA CANOTTA DELL’OLIMPIA
“Ho scelto Milano in estate sperando di essere qui in questo momento. A causa della pandemia siamo stati tanto tempo lontano dal basket e adesso siamo tutti più contenti di essere qui. Io realisticamente sono nella parte finale della carriera e voglio assaporare ogni singolo momento di questa esperienza, specialmente giocando con questo gruppo di ragazzi”.
“La cosa bella dell’EuroLeague è che ogni partita è diversa dall’altra, e questa sarà una partita di Final four che è una cosa ancora differente, quello che è accaduto prima non conta, quello che dobbiamo fare è essere pronti a tutto, concentrati per provare a vincere”.
“La cosa più bella è che in una partita ti giochi il titolo, non è una serie, è tutto diverso, è tutto possibile. In EuroLeague ogni gara conta, dalla prima all’ultima, anzi ogni possesso conta. Tutto per arrivare qui, nel centro del basket europeo. Sappiamo quanto sia difficile arrivare a questo punto, e quando ci sei devi apprezzarne i significati”.
“Siamo qui da fine luglio e sappiamo bene che la Lega italiana è molto competitiva per cui non era facile trovarsi in questa situazione, Venezia è una grande squadra, ma proprio per questo ci ha preparato bene per questo evento”.
“La regular season a questo punto non conta nulla, è finita, qui dobbiamo giocare una partita diversa. Quello che è accaduto può aiutarci ad individuare gli errori e se possibile correggerli, ma dopo così tanto tempo siano noi che loro siamo diventati quadre differenti”.
“Questo è un momento un po’ diverso della stagione, lo capisco, ma giocare due competizioni allo stesso tempo è quello che abbiamo fatto e siamo abituati a fare. Siamo professionisti, sappiamo cosa fare. Anzi, siamo andati meglio con Venezia rispetto ai quarti di finale con Trento, e l’ultima partita ci ha dato anche un bel po’ di ritmo e fiducia per venire qui e dare il massimo”.