Il coach dell’AEK Atene dopo il successo in Intercontinentale: ”Questa vittoria è anche un privilegio, da brividi accostare il mio nome a gente del calibro di Dušan Ivković o Dragan Šakota”
Coach Luca Banchi sul tetto del mondo. In finale di Coppa Intercontinentale, con il suo AEK Atene, ha conquistato l’ambito trofeo superando in finale, a Rio de Janeiro, i brasiliani del Time Flamengo 86 – 70.
”Come festeggio? Passando dalla caipirinha al Morellino di Scansano nella mia Grosseto. – ha dichiarato il coach nativo di Grosseto a ‘il Tirreno’ – Abbiamo fatto qualcosa di grandioso, un risultato che corona un anno d’oro per questo club dopo la conquista della Coppa di Grecia e della Basketball Champions League. E tutto questo dopo un periodo difficile: solo cinque anni fa l’AEK aveva rischiato il fallimento e ora è tornato a livelli altissimi.”
Sono queste le prime parole di Luca Banchi da fresco vincitore della Coppa Intercontinentale, mentre con la squadra si dirige in visita al Corcovado o Cristo Redentore che dir si voglia, storica montagna situata nel centro di Rio de Janeiro all’interno del Parco Nazionale della Tijuca.
”Unire il mio nome a questo traguardo è per me motivo di grande orgoglio – chiosa Banchi – ma anche un privilegio per pochi. Soprattutto in un club come questo che ha avuto come allenatori gente del calibro di Dušan Ivković o Dragan Šakota.
La pallacanestro greca è vissuta con grande passione e partecipazione per non parlare dell’esposizione televisiva, impensabile in Italia e questo, se da una parte mi stupisce positivamente, dall’altra limita un po’ le presenze nei palazzetti. Le nostre Final Four di Rio sono andate in diretta sulla tv nazionale e hanno avuto un audience superiore alla Coppa di Grecia di calcio.
Con l’imminente pausa per gli impegni delle Nazionali, voliamo su Francoforte e da li ognuno va per la sua strada. Io me ne tornerò volentieri in Maremma qualche giorno, dopo un tour de force cosi stacco anche volentieri la spina.”