Nella Club House societaria, coach Gianmarco Pozzecco ha parlato in vista del lunch match di domenica con la Scandone Avellino

“Apriamo questa conferenza stampa con gli auguri al nostro Big Jack, oggi è il compleanno di Jack Cooley. Per me oggi è una giornata un po’ particolare perché è arrivato in Italia Michael Ray Richardson, il più grande talento che ha orbitato in questo campionato e anche mio grandissimo amico. Ci siamo sentiti, so che domani sarà a vedere la Virtus e sfrutto questa occasione per parlare di una cosa di cui parlo sempre e di cui continuerò sempre a parlare: io ho avuto la fortuna nel 1993 di giocare con lui in un periodo storico in cui c’erano due stranieri e 8 italiani. Ho imparato tantissimo da un grandissimo campione, da un grandissimo uomo che ha incontrato nella sua carriera anche periodi bui ma ha saputo sempre rialzarsi ed è un appassionato di pallacanestro come pochi.
Dico questo perché credo che ciò che stia succedendo nella nmia squadra sia un po’ questo e ne sono molto contento. Ci sono due-tre italiani che stanno giocando molto bene e lo stanno facendo in un contesto in cui ci sono stranieri forti che sono anche un po’ da esempio per loro e viceversa. In questo senso mi sembra di essere tornato indietro nel tempo, perché abbiamo una squadra dove c’è questo grande mix tra stranieri e italiani e la cosa è estremamente positiva”.

Avete un calendario impegnativo, la gara di domenica è molto importante, come le altre d’altra parte…
“Da quando sono arrivato non abbiamo avuto partite semplici, a iniziare dalle Final Eight di Coppa Italia. Abbiamo sempre giocato gare importanti ai fini della classifica, soprattutto in Coppa dove eravamo già piuttosto avanti. Questo è un aspetto che va seriamente preso in considerazione, i ragazzi sono stati davvero bravi a tenere mentalmente e a sviluppare una grande capacità di concentrazione e questo è un grande passo in avanti. Viviamo alla giornata, anzi al possesso: è una cosa che mi ha insegnato Veljko Mršić. Lui mi diceva che dovevo far sì che la mia squadra non pensasse all’esito finale della partita ma fosse responsabilizzata su ogni possesso. E in questo momento i miei ragazzi stanno giocando ogni possesso come se fosse quello decisivo. E i risultati si stanno vedendo”.

Come si può migliorare questa squadra?
“In questo momento il miglioramento a cui dobbiamo puntare è quello di continuare su questa strada e consolidarci. Questo nostro momento buono lo vivono anche gli avversari e sono portati a giocare al massimo. Noi dobbiamo dare sempre tutto perché diventa sempre più complicato mantenere questo livello di concentrazione”.

Avellino arriva motivata anche da un cambio di allenatore, elemento che dà sempre una spinta in più…
“Il cambio di allenatore è sempre per certi versi un fatto positivo e la squadra che deve affrontare un’avversaria che ha cambiato allenatore in genere non è molto contenta. Hanno dato la squadra in mano al vice Maffezzoli, che ha il vantaggio di conoscere il sistema e di sapere cosa non va bene e cosa eventualmente cambiare. Colgo l’occasione per fare i complimenti a Vucinic perché secondo me ha fatto un gran lavoro e le poche volte che ho avuto il piacere di incontrarlo ho sempre avuto la percezione di un uomo di grande valore. Indipendentemente da questo però, per noi è più importante pensare alla nostra crescita e riuscire a mantenere questo livello di concentrazione, perché diventa sempre più difficile mantenerlo”.

Tra tutti questi impegni e le trasferte come hai organizzato il lavoro e la testa dei giocatori per rientrare in campo?
“Proprio per questi impegni intensi e importanti dobbiamo avere la capacità di associare le due cose, cioè di allenarci e di svuotare la testa allo stesso tempo. Per questo sono convinto che i giocatori quando possono debbano divertirsi e in più ho 12 ragazzi responsabili e un capitano di cui mi posso fidare ciecamente. Alleggerire la testa e allenarsi forte e bene, questa è la cosa più importante secondo me”.

Infermeria?
“Stanno tutti bene, anche Magro ha recuperato”.