Salif Dianda impegnato in un evento di calcio giovanile con l'ASD Ferentillo-Valnerina

L’ex Juve Stabia ai nostri microfoni: ”Castellammare di Stabia la porto nel cuore, ho ancora tanti amici li. Siamo entrati nella storia dopo 60 anni, chi può dimenticarlo”

A Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli, nessuno – a distanza di oltre 10 anni – ha mai dimenticato Salif Dianda.

Dianda al Valnerina Summer Camp con il difensore dell’Inter Andrea Ranocchia

L’ex fluidificante di Hellas Verona, Juve Stabia e Ternana, classe 1987, da qualche anno gioca, allena ma soprattutto si diverte in Umbria con il Ferentillo Valnerina, club della provincia di Terni militante in Prima Categoria – Girone D: ”Quando il mio amico e presidente del Ferentillo Antonio Cardona – ex centrocampista di Arezzo, Foligno e Ternana – mi ha proposto di collaborare con lui in questo nuovo progetto gli ho detto subito di si. Mi diverto, gioco ancora e alleno i ragazzi; sono sempre nel mondo del pallone. Essere un padre ti cambia la vita, te la cambia tanto nel senso buono del termine; è come se il tempo si fermasse e ti dicesse che è arrivato il momento di ragionare con la tua testa: adesso hai un bimbo, guardalo, ragiona ed usa il cuore”.

Il primo approccio con il mondo Juve Stabia ed i primi ricordi di Castellammare di Stabia

Salif Dianda in maglia Juve Stabia nella stagione 2010-11 (credit by Luigi Gasia)

”Sono arrivato alla Juve Stabia nel 2010 in prestito dall’Hellas Verona, all’epoca proprietario del mio cartellino. Diciamo che ho avuto poco spazio all’inizio, fa un po’ parte del gioco del calcio alla fine, però appena mi è stata data la reale possibilità di iniziare a giocare con continuità non l’ho sprecata. Li ho capito che dovevo dare più di quello che ho per avere la fiducia del mister, dei tifosi e della piazza.

Castellammare ha un grande tifo, è una piazza calda; per giocare a Castellammare devi avere gli attributi. E’ stata una bellissima annata, quasi non se l’aspettava nessuno che potessimo arrivare in fondo ai play-off e addirittura vincerli, è stata la cosa più bella che sia mai capitata assieme alla vittoria della Coppa Italia di categoria. Castellammare di Stabia la porto nel cuore, ho ancora tanti amici li. Siamo entrati nella storia dopo 60 anni, chi può dimenticarlo…”

Gli anni alla Ternana, un nuovo campionato vinto da protagonista, i successi con la Nazionale da comprimario ed il grave infortunio

Salif Dianda in nazionale con il Burkina Faso

”Dopo la vittoria con la Juve Stabia sono tornato alla base all’Hellas Verona, li ho svolto anche tutto il ritito e sembrava fosse tutto ok per cominciare il campionato di B. Poi, ad inizio campionato, le cose sono cambiate e sono stato ceduto alla Ternana. Scelta azzeccata vista l’annata, campionato di Lega Pro Prima Divisione vinto e Serie B conquistata anche a Terni; insomma doppia promozione, andava tutto bene ed ero anche stato riconfermato per l’anno successivo in Serie B.

Giocavo, andavo alla grande, avevo anche la corte di 4 squadre di Serie A e, proprio in quell’anno, con la mia Nazionale – il Burkina Faso – arrivammo in finale di Coppa d’Africa nel 2013 perdendo contro la Nigeria. Era davvero tutto perfetto ma, al rientro dalla Coppa, in casa contro il Brescia mi feci male. All’ inizio sembrava niente di grave, ma dopo le visite mediche e le analisi seppi che la situazione era più grave del previsto (collaterale rotto, crociato e lesione del nervo sciatico). Per i medici, dopo l’operazione, avrei dovuto dare l’addio al calcio ma con forza e volontà, e soprattutto grazie a Dio, sono ritornato a giocare dopo due anni. Al rientro dall’infortunio ho continuato a giocare ma comunque giocavo poco e cosi decisi di scendere di categoria. Ringrazierò sempre il signor Longarini – per 12 anni patron della Ternana scomparso ad inizio settembre ndr – oltre ad essere un grande uomo, era anche un uomo di cuore e credente. Non è da tutti, per non dire nessuno, rinnovare il contratto di un giocatore fermo per infortunio da cosi tanto tempo per dargli una possibilità. Non dimenticherò mai quello che ha fatto per me”.

La B a Castellammare dopo oltre 60 anni, la festa del 2011, il rapporto con mister Braglia ed il momento attuale delle vespe

Dianda in maglia Ferentillo-Valnerina

”Dopo 60 anni abbiamo ottenuto una doppia vittoria: andare in B e vincere la Coppa Italia di Lega Pro. Cosa più bella non ci poteva essere. Ho ancora in mente il giro in città, sul lungomare, nei locali, nei bar, le cene. Splendide instantanee che rimangono per sempre nel cuore. Sul momento attuale del club, seguo la Juve Stabia ogni volta che posso. La retrocessione della scorsa stagione, dal mio punto di vista, è immeritava considerando il campionato che i ragazzi stavano facendo fino al lockdown. Dopo non so cosa sia successo. 

Con mister Braglia, come giusto che sia, all’inizio non avevo un ottimo rapporto. Non giocavo tanto e la cosa mi faceva riflettere ma avevo con lui comunque un rapporto tranquillo e giusto. E’ stata una persona tranquilla, scherzava quando era il caso e non lo faceva quando non ce n’era bisogno. In un modo o nell’altro riusciva a tirare fuori il meglio di te, o per lo meno con me cosi è stato. Questo era il suo più grande pregio. Castellammare di Stabia è una piazza importante e calda, che ci tiene alla sua squadra e ci mette l’anima per sostenerla in ogni gara. Incredibile ciò che ho vissuto li”.