Il pensiero dell’ex playmaker di Milano, Torino, Trieste e Udine sul momento dell’Auxilium raccontato a sportreportmagazine.com
Due anni all’Auxilium Torino di Sandro Gamba e Gianni Asti dal 1978 al 1980 con compagni di squadra del calibro di Giuseppe ‘Pino’ Brumatti, Alberto Marietta, Romeo Sacchetti, Carlos Mina e John Grochowalski, tutti figli di un’altra Italia: quella nella quale gli stranieri per squadra, al massimo, erano due e nella quale gli italiani, gli oriundi o naturalizzati, proprio come ad esempio Carlos, valevano tantissimo. Prima di Torino, per Fabbricatore c’è stata l’Olimpia Milano ed una Coppa delle Coppe, poi Udine e Trieste.
Un’altra Italia, appunto, lontana anni luce da quella attuale in cui le società sportive boccheggiano quando va bene, oppure falliscono (magari non ancora, ma la strada intrapresa è quella) come nel caso della Fiat Auxilium Torino:
”La mia Torino, quella di coach Sandro Gamba, era una realtà totalmente diversa da quella attuale – ha dichiarato Carlo Fabbricatore ai microfoni di Sport Report Magazine – e poteva contare su due sponsor sempre presenti e vicini alla squadra: Martini e Rossi e Gruppo Grimaldi, i quali hanno fatto la storia della pallacanestro a Torino oltre che su un gruppo importante di giocatori italiani con stranieri di ottimo livello.
In 40 anni la pallacanestro si è ulteriormente evoluta ed una gestione non professionale è impensabile. Sulla gestione economica non posso esprimermi ma quando il gruppo Leonis cominciò a prolungare per troppo tempo la due diligence mi affiorò qualche dubbio.
La Com.Te.C. si è espressa chiaramente sulle mancanze dell’Auxilium e la FIP non ha potuto far altro che accettare la richiesta di penalizzazione di 8 punti e, di conseguenza, condannare alla retrocessione il club. Tutto molto triste per la pallacanestro in generale ma soprattutto per i molti tifosi di Torino che erano, di nuovo, ritornati a sostenere la squadra al PalaVela.
Ribadisco per l’ennesima volta che le regole devono essere certe e i controlli fatti preventivamente. La FIP non deve far iscrivere ai campionati le squadre che non rispettano i requisiti necessari. Ancora una volta la regolarità del campionato risulta alterata.”