Gianluca Basile, sei anni in Fortitudo, si racconta attraverso il Corriere di Bologna

Poco più di 11 giorni al derby di Bologna, al derby che tutti aspettano a Basket City: Virtus contro Fortitudo.

Dopo l’intervista a Roberto Brunamonti, il Corriere di Bologna ha ascoltato un altro dei protagonisti dell’epoca della stracittadina più famosa d’Europa. Stiamo parlando di Gianluca Basile:

”All’epoca, forse per incoscienza ma anche per quello che provavo in allenamento, avevo acquisito una fiducia tale che nella mia testa quello – Basile si riferisce al famoso ‘tiro ignorante’ – era un buon tiro. Un giocatore in campo ha sensazioni che non si possono spiegare a chi sta fuori”.

Un ricordo, un derby, un’emozione – ”Ho pochi ricordi in realtà di quel derby (Basile ne mise 30 a referto nel 2003 ndr), ne ho sicuramente giocati di più accesi. Dovevamo vincere perché la Virtus non era messa benissimo ma non do un grandissimo valore a quel derby e a quei 30 punti. Di certo è un bottino al quale non ero abituato, ma ogni tanto saltava il banco. Il ricordo principale è quello del mio derby d’esordio: prima partita in Fortitudo e subito derby nel 1999. Poi ricordo il periodo di Ginobili, quando loro erano veramente forti e noi a rincorrerli. Sono quelli che ho sentito di più anche se li abbiamo persi quasi tutti, perché il vero derby è quando la Fortitudo è sotto, non quando è più forte. Siamo noi, storicamente, i poveri sfigati che vanno a sfidare i grandi.

Il mio passaggio in Virtus? Andai anche in sede da Cazzola. Poi — voci di corridoio ma bisognerebbe chiedere a loro — pare che Messina fosse concentrato più su un giocatore greco e avrebbero voluto che andassi in Virtus a giugno e non a gennaio. Come spesso succedeva ai tempi, vedi Meneghin l’anno dopo, quando la Fortitudo sentì che era quasi fatta con la Virtus si fece sotto.

Lo scudetto con la Fortitudo nel 2000 l’ho vissuto da gregario. Ero arrivato solo l’anno prima, non avevo passato quello che per esempio aveva vissuto Myers, fui fortunato ad arrivare e vincere subito. Nel 2005, invece, ero capitano. Fu questa la mia prima vittoria da protagonista.

L’attesa del derby? C’è sempre una grande attesa perché le pressioni si sentono, dai giornali ai tifosi. Poi in campo aspettavo di vedere la coreografia della Fossa, che si inventava sempre cose assurde, ma una volta che si alza la palla a due ti godi la carica che può darti una partita speciale.

Il derby di Natale in Fiera? Situazione ideale per la Fortitudo, giocherà senza pressione. La Virtus sta dimostrando il suo valore, Đorđević sta facendo un gran lavoro, ma non mi aspettavo che Teodosić potesse cambiare gli equilibri non solo delle VuNere ma dell’intero campionato”.