Procedura di liquidazione affidata al liquidatore Luciano Basile. Lascia il club Gerardo Santoli
Nel corso di una improvvisa conferenza stampa odierna, l’amministratore unico della Scandone Gerardo Santoli ha dichiarato il suo percorso irpino concluso.
Una sorta di passaggio di testimone in casa Scandone, con l’arrivo di Luciano Basile in qualità di liquidatore, e non come amministratore come precedentemente paventato. Come noto, l’azzeramento del capitale sociale ha reso impossibile la trasformazione da SpA a SSD ricorrendo, cosi, alla messa in liquidazione del club finalizzata ad una nuova ricapitalizzazione.
Queste le parole di Gerardo Santoli:
”Ci tenevo a ripercorrere quanto accaduto dal 26 di settembre, giorno in cui sono stato chiamato per ricoprire la carica di amministratore unico. Quel giorno il sindaco Gianluca Festa, di concerto col custode Baldassarre ed il presidente di Sidigas Scalella, mi chiamò per affidarmi una missione quasi impossibile. Sapete che io non ho mai utilizzato in questi mesi la Scandone per avere visibilità personale, anche perché caratterialmente sono molto riservato, e la difficoltà maggiore che ho avuto in questo periodo è stata proprio quella di rapportarmi con la stampa.
Ricordo che ero a Roma, impegnato nelle mie attività con l’associazione e con l’osservatorio, alchè ricevo questa chiamata dal sindaco in cui mi dice che c’è una missione difficile, quasi impossibile da compiere. Ovviamente parto da Roma, arrivo ad Avellino e il giorno dopo c’era la partita contro Scauri. Io credo che quello che è stato fatto ad Avellino in quelle ore, non dal sottoscritto ma da un gruppo di persone che con me ha condiviso quei momenti, è stato qualcosa di unico e irripetibile, mai successo in altre parti d’Italia e del mondo. Lo dico per onore di verità e per le persone che mi hanno aiutato in quei giorni. In poco tempo è stato allestito un roster – e non si tratta solo di fare il tesseramento dei cestisti, ma di organizzare la vita di alcuni ragazzi -. Tutto è stato fatto in pochissimo tempo, tant’è che il giorno dopo i ragazzi erano regolarmente sul parquet.
Ovviamente non è stato fatto solo questo; sono stati pagati ben tre lodi, il primo lodo Bergamaschi, Spizzichini e il secondo lodo Bergamaschi. Il tutto senza gravare sulla situazione già delicata della Sidigas. Inoltre sono state onorate due rate FIP e sono stati pagati in maniera regolare, a volte anche in anticipo, gli stipendi che bisognava pagare fino a questo momento. Ad oggi questa gestione non ha lasciato nessun debito, se non qualche piccola spettanza dovuta alla fatturazione elettronica. Quindi tutto quello che bisognava fare relativamente agli impegni presi da questa gestione è stato fatto. Poi è ovvio che per 3 o 4 mesi la struttura era stata ferma, quindi abbiamo dovuto riattivare il discorso del palazzetto e tutto questo ci ha portato via molto tempo. Abbiamo lanciato la campagna abbonamenti e sottoscritto oltre 400 tessere e ringrazio ancora i tifosi e tutte le persone che hanno creduto nella ripartenza del club. Mediamente al palazzetto abbiamo avuto tra i 600 e i 700 spettatori e quindi anche questo per noi è un motivo di orgoglio.
Poi ci siamo dedicati alla campagna per le sponsorizzazioni ed è soltanto grazie agli sponsor che siamo riusciti a fare tutto questo. È ovvio che in questi mesi ci siano stati degli ostacoli, ma voglio essere chiaro: le infiltrazioni che ci sono state dal tetto del palazzetto certamente non possono essere imputate a questa gestione, così come non lo è il fatto che per qualche giorno i ragazzi siano stati costretti ad allenarsi senza riscaldamento, né la sospensione dell’energia elettrica di questi giorni. E colgo l’occasione per spiegarvi il perchè: fino a luglio il palazzetto era nella disponibilità della Sidigas Scandone. È ovvio che da luglio questa disponibilità non c’è più stata, ma nel frattempo non è stata fatta la voltura per intestare le utenze al Comune, quindi le bollette non pagate risultano intestate ancora alla Scandone, ma sono riconducibili al periodo settembre/ottobre 2019.
Al di là di questo, a noi interessava far sì che domenica la squadra potesse essere regolarmente in campo, quindi anche questa ulteriore spesa, che sicuramente negli accordi iniziali non doveva gravare su questa gestione, è stata affrontata. Questo per quanto riguarda l’aspetto sportivo. C’era un’ulteriore cosa da dover fare, rispetto all’impegno che io ho assunto con il sindaco e con Baldassarre: trasformare la società professionistica in società dilettantistica, come impone la FIP. Per fare questo io ovviamente ho convocato un’assemblea già l’11 novembre. In quell’occasione mi sono reso conto, vedendo il bilancio Sidigas al 30 settembre 2019, che purtroppo non si poteva procedere alla trasformazione in SSD perché, nel frattempo, il capitale sociale era stato completamente azzerato. Il capitale sociale azzerato dai debiti non consente la trasformazione obbligatoria da SpA a SSD.
L’amministratore unico ha un obbligo di legge, previsto dal codice civile, di convocare un’ulteriore assemblea in sede notarile per prospettare alla proprietà due possibili strade: si poteva procedere o con una ricapitalizzazione o con la messa in liquidazione. Ovviamente la Sidigas non poteva procedere alla ricapitalizzazione, quindi si è provveduto alla messa in liquidazione della SpA. Questo perché una SpA in liquidazione può essere trasformata in una SSD sempre in liquidazione. Ovviamente in sede di liquidazione decade l’amministratore unico e si procede alla nomina di un liquidatore.
La proprietà, d’accordo con il sottoscritto e con l’amministrazione comunale, ha individuato un professionista che io conoscevo già, Luciano Basile, al quale ho chiesto di essere qui con me. In quell’occasione c’è stato l’impegno assunto dalla proprietà di ricapitalizzare e poi revocare la liquidazione. Nel frattempo andrà avanti il piano di ristrutturazione che voi già conoscete e quindi in primavera dovremmo avere una Scandone riorganizzata. Questo è stato il percorso di questi mesi. Vi esorto – il messaggio di Santoli ai giornalisti – nel tenere alta l’attenzione sulla Scandone, perché in questi mesi ho capito l’importanza che questa squadra riveste non a livello provinciale, ma in tutta Italia ed è solo grazie a voi se i riflettori su questa realtà non si sono spenti”.
Laconico l’intervento di Basile:
”La mia figura di liquidatore, come da codice civile, non consiste in altro che nell’incassare i crediti e pagare i debiti. Siamo affiancati dalla Sidigas che ci aiuta soprattutto dal punto di vista tecnico. Ricordiamoci che dobbiamo salvaguardare i dipendenti della Sidigas e della Scandone, con i quali mi sono incontrato poco fa. Tutto è legato al piano di ristrutturazione del debito che l’azienda presenterà al tribunale ad inizio anno.
Bisognerà poi capire se la ricapitalizzazione sarà fatta dalla Sidigas o meno. Noi dipendiamo dalla casa madre e bisognerà capire dove reperire le risorse. Certamente la Scandone fa parte del piano di ristrutturazione e quindi si farà riferimento ai flussi di cassa. Quindi si dovrà dimostrare la copertura della lista dei debiti. Tutto si saprà probabilmente intorno a metà gennaio, ossia quando verrà presentato il piano per il quale ci vorranno 120 giorni per poi essere omologato.
La Scandone potrà essere venduta, nel caso in cui qualcuno volesse farsi avanti. Il nostro primo impegno è quello di trasformare la società in SSD, poi si vedrà”.